Lettera del 16 luglio 1979

Lettera del 16 luglio 1979

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di Bruno Pagnoscin (il “nonno” della Camerata 2)

Aosta, 16.07.1979

Tutti quelli che eravamo andati in permesso, siamo rientrati ieri a mezzanotte e un quarto. Il ritorno è andato senza intoppi. A Chivasso ci siamo ritrovati tutti e il treno era pieno di AUC. I letti, come al solito, erano già fatti, ma abbiamo tardato un po’ prima di infilarci sotto le lenzuola per il solito spuntino post-licenza… Ormai è una bella tradizione, tutti quelli che vanno a casa portano qualche cosa da mangiare: i genovesi la focaccia con la cipolla, Silvano porta i salamini piccanti, curvati ad U dall’Abruzzo, un po’ di pane e via… Silvano poi, sapendo che ho il registratore nell’armadietto, dice sempre: “Nonno (che sarei io, per pochi mesi il più vecchio della camerata), Nonno, appiccia (accendi) a musica”, quindi abbiamo anche il sottofondo musicale. Prima di addormentarci quelli che questa settimana non sono andati a casa ci hanno dato le ultime novità. Tra le altre, quella che ci hanno cambiato tutti i “figli”, li hanno sistemati nelle camerate in ordine alfabetico, perciò hanno modificato tutti i posti del primo giorno. Comunque adesso, nella camerata 2 dei figli, non ci sono più i mortaisti. Sembra che ora mio figlio sia un romano. Stasera lo accerterò. Le fotografie che ho fatto hanno avuto successo e tutti si faranno fare le copie. Solo che adesso dovrò portarmi dietro la macchina fotografica fino alla fine del corso. Oggi pomeriggio c’è studio obbligatorio, un po’ studierò e un po’ dormirò. Se andate al mare, a Jesolo, salutate i parenti.

A presto.

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