Lettere del 31 maggio e 1 giugno 1979

Lettere del 31 maggio e 1 giugno 1979

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di Bruno Pagnoscin (il “nonno” della Camerata 2)

Aosta, 31.05.1979

Da martedì sera alle 19 fino alle 19 di mercoledì ho fatto il mio primo servizio di guardia. Nelle 24 ore avrò dormito si e no tre ore al corpo di guardia. Comunque a dormire poco ci stiamo abituando. Tra sentinella al cancello, alla carraia e piantone al cancello ho fatto ormai diversi turni di servizio. Durante la guardia: fino alle undici di sera c’è il cambio ogni ora, poi, fino alle 6 del mattino, ci sono turni di due ore e dalle 6 del mattino alle 19 ancora turni di un’ora. Per fortuna è andato tutto bene, non abbiamo fatto cappelle e non ci ha rimproverato nessuno. Questo perché, essendo questi i primi servizi armati che facciamo, spesso capita che qualcuno sbagli qualcosa: per esempio il piantone che non saluta qualcuno, la sentinella che dimentica di non poter parlare con nessuno, ecc. ecc. …e allora ci possono essere punizioni.
Mercoledì, mentre ero di guardia, gli altri sono usciti e sono rientrati verso le 20. Quando sono smontato avevo un sonno bestiale, ma sono riuscito a disfare i cubi dei miei compagni di camerata e a fare il letto a tutti, poi mi sono addormentato e… figuratevi che piomba: quando sono rientrati non o sentito niente!!! E si che quando si rientra si fa sempre un bel casino. Domani andremo a fare la marcia a Pila. Siamo tutti un po’ in apprensione perché è un percorso lungo, ripido e con lo zaino carico. Inoltre, essendo la prima marcia, ci terranno d’occhio per vedere quelli che scoppiano.

Aosta, 01.06.1979

Oggi c’è stata la marcia. E’ stata molto lunga: quasi sette ore tra andata e ritorno, tutte di mattina, sempre in salita per 1200 m di dislivello e 20 Km tra andata e ritorno. Però è andata bene e il capitano è stato contento perché ne sono scoppiati pochi e anche per il fatto che abbiamo battuto il record nel percorso. (Chissà se lo dicono a tutti… per incoraggiarli!). Io non ho avuto difficoltà, non ho fatto fatica, forse perché siamo partiti che era ancora buio e siamo saliti col fresco del mattino. La sveglia infatti è stata alle 4, la colazione alle 4:30 e la partenza alle 5. Lo zaino da marcia era stracarico, avrà pesato una ventina di chili, in più c’era il fucile, che pesa sui 5 chili. Avremmo dovuto fermarci a Pila per il rancio alla gavetta e ritornare poi verso sera, ma i camion che dovevano portarci il rancio (ovviamente a Pila ci si arriva anche per la strada asfaltata) erano impegnati a portare “i padri” a fare il servizio ai seggi in varie zone del Piemonte. Perciò, dopo appena mezz’ora dopo l’arrivo a Pila, siamo ripartiti in discesa per tornare a mangiare in caserma per le 13. Il ritorno è stato più faticoso dell’andata: c’era un sole molto forte(in questi giorni ci sono temperature anche di 28 gradi), e lo zaino ed il fucile che in discesa hanno cominciato a farsi sentire. Anche il capitano Milesi dava a vedere di essere contrariato da questo ritorno in ora inopportuna, ma erano ordini superiori. Comunque abbiamo tenuto duro e siamo rientrati alla base, stanchi, ma contenti per l’impresa. Per fortuna sabato e domenica noi non dovremo andare ai seggi perciò potremo riposarci nel fisico… ma non nella mente. Infatti ci sarà da studiare dato che la prossima settimana ci sarà compito scritto in tutte le materie. Tempo per studiare ce n’è poco. Speriamo bene.
Vi saluto, ciao. Bruno

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